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Le funzioni esecutive

funzioni esecutive

Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha iniziato ad occuparsi di funzioni esecutive soprattutto in età evolutiva e ha dimostrato che queste abilità sono fondamentali per gli apprendimenti scolastici (lettura, scrittura, calcolo, comprensione del testo, ecc).

Cosa sono le funzioni esecutive?

Sono abilità complesse che permettono alle persone di organizzare e pianificare delle strategie cognitive e comportamentali per raggiungere un obiettivo.

Lo sviluppo delle funzioni esecutive avviene durante l’infanzia e continua fino all’adolescenza; coincide con la maturazione dei lobi frontali del cervello.

La teoria più accreditata delle funzioni esecutive è quella di Miyake e collaboratori (2000), il quale le suddivide in tre componenti: flessibilità cognitiva, inibizione e memoria di lavoro.

  1. La flessibilità cognitiva è la capacità di modificare rapidamente il nostro comportamento e lo schema mentale quando cambiano le regole o il tipo di compito.
  2. L’inibizione è l’abilità di inibire un comportamento automatico o di non considerare alcune informazioni.
  3. La memoria di lavoro è la capacità di tenere in memoria più informazioni e di manipolarle allo stesso tempo.

Tuttavia, alcuni ricercatori affermano che questo modello non è completo e propongono l’esistenza di altre funzioni esecutive, tra cui: attenzione visiva e uditiva, concentrazione, pianificazione, problem solving, presa di decisioni, autocontrollo, ecc.

A cosa servono le funzioni esecutive?

Sono utili e necessarie per diversi aspetti della vita quotidiana, di seguito ci sono alcuni esempi:

  • Pianificare le strategie per la risoluzione dei problemi (problem solving)
  • Ragionamento
  • Mantenere l’attenzione nel tempo (concentrazione)
  • Prendere decisioni (decision making)
  • Studiare in modo efficace e strategico
  • Monitorare il proprio comportamento e quindi inibire le risposte comportamentali non adeguate al contesto (autocontrollo)
  • Passare rapidamente da un compito all’altro (flessibilità cognitiva)
  • Adattarsi rapidamente e in modo flessibile al contesto che cambia
  • Mantenere attive le informazioni e manipolarle durante l’esecuzione di un compito (working memory)
  • Aggiornare continuamente le informazioni (updating)
  • Consapevolezza della sequenza temporale degli eventi
  • Capacità di astrazione e di categorizzazione di stimoli ed eventi
  • Volontà di dare inizio alle azioni (volizione)
  • Eseguire azioni che richiedono il distacco da comportamenti abituali e stereotipati (comportamento strategico)

In alcuni disturbi si può riscontrare un deficit delle funzioni esecutive: nell’autismo, nel disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), nel disturbo della condotta e nei disturbi specifici di apprendimento (dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia).

Intervento di potenziamento

Molte ricerche scientifiche dimostrano l’importanza delle funzioni esecutive negli apprendimenti scolastici. Per esempio, è stato dimostrato che predicono le capacità di calcolo e il rendimento nelle materie di studio (Holmes et al., 2008; Bòair & Razza, 2007; Gathercole & Alloway, 2008).

Di conseguenza, data la loro fondamentale importanza, la ricerca si è interessata anche alla possibilità di allenare le funzioni esecutive e ha dimostrato che training specifici e mirati per il potenziamento di queste abilità, non solo ottengono un loro miglioramento, ma portano anche miglioramenti negli apprendimenti scolastici: lettura, calcolo, comprensione del testo, capacità di ragionamento, ecc (Holmes et al., 2008; Dahilin, 2011; Diamond, 2012).

Di seguito è presente un link dove sono presenti dei giochi per genitori e figli che stimolano le funzioni esecutive: https://www.erickson.it/it/search/?fsc=Giochi&q=attenzione

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